Con la critica e storica dell’arte
Eva Comuzzi, partecipo alla quarta edizione di “Artisti in Dialogo”.
Venerdì 27 aprile 2018
ore 18.00
presso il Ridotto del Teatro
Verdi di Pordenone.
Via Roma 3
Pordenone
PRESENTAZIONE
Tutti noi conosciamo, anche solo
genericamente, l'osservazione fatta dagli scienziati che dichiarano che la
quasi totalità della nostra mente non viene sfruttata, come se ci si limitasse
in modo prevalente a funzioni "automatiche".
"Probabilmente il 99% della
capacità umana viene sprecata; anche oggi, chi di noi si considera colto e
istruito, agisce per gran parte del tempo come una macchina" - puntualizza
sir Arthur Clark, in Frontiers of Consciousness (ed. J. Chite).
Questa analisi è molto importante
da tenere d'occhio per coloro che, come gli artisti, trattano con la creatività
e la comunicazione. Ovvero, dall'uso ordinario della mente (che comprende anche
quelle rare occasioni nell'arco di una vita in cui in modo eccezionale tutti
intravedono le maggiori sue risorse), la creatività che ne può provenire già si
conosce, si palesa…: è ciò che di solito viene proposto; quella che intendo
ricercare è la restante, che si può ottenere oltrepassando i confini della
percezione usuale e "automatica" della realtà.
Come ottenerla? Attraverso le
pratiche che permetterebbero un più profondo fruire della mente.
Sono molte le persone, e fra
queste un gran numero di artisti, che proprio perché in cerca di espansione e
completezza iniziano una ricerca per poter apprendere cosa c'è al di là della
superficie e, di riflesso, della realtà che ci circonda. E' un viaggio che
spesso è improvvisato, senza bussola: il mio suggerimento sono alcuni risultati
nella creatività facendo uso di un orientamento in questa esperienza; e questo
grazie alla meditazione che ho iniziato fin da molto giovane. Nel mio atelier,
io preparo immagini (utilizzando prevalentemente la fotografia) che sono
strutturate in misura proprio di queste convinzioni.
Durante l'incontro di
"Artisti in Dialogo", oltre a mostrare i miei lavori fotografici, mi
propongo di raccontare le mie esperienze nel rielaborare le fotografie tramite
una sensibilità influenzata dalla meditazione e raccontare di questa stessa
pratica.
Ripeto che possa ricoprire una
importanza strategica, per un creativo, l'attitudine a trascendere la realtà
nel proprio lavoro di produrre nuove immagini o rielaborarne di già esistenti.
Fare meditazione è proprio come
esplorare dentro di sé, ed è attraverso vari passaggi che portano ad
allontanarsi dalle preoccupazioni più superficiali. Se si considera il conscio
e il subconscio come il punto di partenza, innalzandosi da essi si giunge a
registrare in modo diverso perfino la quotidianità e così trascendere quanto si
crede irreversibile, come i concetti di spazio e di tempo. Ecco che allora
nelle mie immagini più luoghi e più epoche convivono in un unico contesto. E
questo è solo il primo livello di lettura. Guardiamo insieme cosa appare quando
si smette di guardare.